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120° Anniversario della CGIL - 2020 cento 20, CentoVenti anni di Diritti, di Storia e di Lotte
nel Territorio, con il Territorio, per il Territorio

Sono passati centoventi anni da quando, l’otto aprile del 1900, fu fondata la Camera del Lavoro di Sassari.
All’inizio del ‘900 si assiste alla diffusione delle società di mutuo soccorso, e alle prime forme di organizzazione sindacale; nella seconda fase nascono le camere del lavoro (CDL), luoghi di vera e propria organizzazione operaia. Fino a questo momento, tuttavia, l’organizzazione dei lavoratori resta frammentaria, dislocata nelle città e nelle zone agricole a maggiore concentrazione di manodopera: non esistono ancora le condizioni per una generale rappresentanza degli interessi della classe lavoratrice, poiché troppo diverse sono le condizioni della produzione in una economia essenzialmente agricola e artigianale.

Sassari non faceva eccezione, una società basata sul lavoro agricolo e artigianale, lavoratori, fiaccati dalla fatica del lavoro, che cominciarono a pensare alla fondazione di una Camera del Lavoro ad imitazione di ciò che avveniva in altre parti d’Italia, Lavoratori che si battevano per affermare un diritto di libertà: la propria libertà, di organizzarsi, di restare uniti per avere più forza, di poter avanzare rivendicazioni e proposte per migliorare la propria condizione di lavoro, davvero in molti casi miserabile.
L’anno si era aperto con lo sciopero, a gennaio, dei tipografi de La Nuova Sardegna contro il licenziamento di 2 operai, per diminuzione di personale, per quello che oggi chiameremo cambio d’appalto.
I fondatori della CdL di Sassari furono: Francesco Camboni e Antonio Catta, che ne divenne anche il primo Segretario della CdL di Sassari. Fu una vera guida per le masse contadine e operaie, instancabile sindacalista a sostegno dei lavoratori per la tutela dei loro diritti.
Camboni e Catte, non provenivano dalla classe operaia, erano due avvocati socialisti.
Molte delle storie e delle vicende che contribuirono alla nascita della CdL di Sassari, sono andate perdute nel tempo, a partire dai primi difficilissimi passi del movimento dei lavoratori nella nostra provincia.
La parte che oggi conosciamo, è dovuta al lavoro laborioso di Sandro Ruju che ne ripercorre la storia dalla fondazione all’avvento del fascismo, nel volume Tra città e Campagna. Il lavoro parte proprio dalle conferenze degli Avv. Francesco Camboni e Antonio Catta, che avviarono la nascita dalle numerose leghe di miglioramento tra contadini, panettieri, conciatori, tagliapietre, calzolai, muratori, scalpellini, marmisti, nonché delle società dei vermicellai (i produttori di pasta) e dei tipografi che già esistevano. E poi il fecondo contatto con le società operaie di mutuo soccorso.
La fatica, il sudore e le lotte di quegli anni, sono ben rappresentati nelle foto appartenenti alla mostra fotografica ideata per ricordare il centenario della CdL. Attraverso di esse, è possibile ricordare cosa è stato il lavoro nel secolo scorso e l’impegno in questo territorio di quella che è stata la prima struttura confederale dei lavoratori e che ancora oggi è il maggior sindacato italiano.
La celebrazione dei 120 anni della nascita della Camera del Lavoro di Sassari, sebbene oggi purtroppo sia venuta meno la possibilità di celebrarla con l’attenzione che avremmo voluto a causa del perdurare dell’emergenza sanitaria, vuole ricordare l’impegno di molti lavoratori ed attivisti che nei primi anni dello scorso secolo diedero vita, anche nella nostra provincia, alla prima Camera del Lavoro.
La prima in Sardegna, è bene ricordarlo.
Un’ istituzione che, attraverso la mutualità, la promozione dell’occupazione e le rivendicazioni per il miglioramento materiale e dei diritti dei lavoratori, ebbe una grande importanza per lo sviluppo successivo non solo del sindacato odierno, ma anche del welfare moderno e della stessa società democratica in cui viviamo oggi.
Certamente i nostri giorni non sono comparabili con quell’epoca: le condizioni economiche, sociali, culturali e anche politiche sono profondamente diverse. Tuttavia noi siamo convinti che invece il messaggio che viene dall’ impegno di quegli uomini e quelle donne parli anche alle nostre società avanzate; dove sempre di più, insieme al benessere, stanno aumentando le diseguaglianze, le ingiustizie e le contrapposizioni sociali, al punto che dall’indebolimento delle nostre democrazie e dalla crisi di un modello di società sempre meno partecipato dai cittadini, esiste il forte rischio che prendano di nuovo piede le subculture del fascismo, del razzismo e perfino della lotta fra le nazioni.
E’ stato raggiunto un traguardo per niente scontato in questi tempi di grandi trasformazioni: basti pensare alla fine dei grandi partiti di massa, difficilmente prevedibile solo poco tempo fa. Passati attraverso le enormi difficoltà iniziali, poi l’illegalità e il forzato silenzio del ventennio fascista, la ricostruzione della CdL, la fase di rinascita della Sardegna, l’impianto della fabbrica Chimica, le crisi e anche le sconfitte.
Oggi, le scelte industriali compiute nel nostro paese, pesano prepotentemente su tutti noi. La contrazione degli impianti produttivi, la mancanza di investimenti in ricerca e nuove tecnologie che tutte le OO.SS. negli anni hanno rivendicato, ci restituiscono un’Italia povera, incapace di rispondere alle esigenze che anche questo difficile periodo sta ponendo.
Costretti ad acquistare produzioni dall’estero, anche per una sempre più progressiva perdita di capacità produttiva interna.
Fattori che gravano su tutta la Nazione e che si manifestano in modo ancor più tragico nella nostra Regione e nel Territorio del Sassarese.
La Camera del Lavoro di Sassari oggi è proiettata verso il futuro, ma poggia le sue radici e il suo essere, nel rapporto stretto e continuo con le Lavoratrici e i Lavoratori.
Da essi proviene la capacità di visione e sfida. Sono i Lavoratori che hanno una capacità di adattamento alle nuove sfide, molto più alta delle aziende, immensamente più rapida dei Capitali.
Per questo saremo in grado di affrontare le nuove sfide del lavoro.
Lavoro che deve essere di qualità, retribuito e con diritti, difendendo lo stato sociale conquistato in questi anni, in un periodo di profonde trasformazioni.
Per i prossimi cento anni la nostra priorità, come per il secolo scorso sarà quella di difendere il Lavoro, che oggi è poco, sottopagato ed estremamente precario, con un impegno che diventa di nuovo, duro, difficile, sempre più simile a quello che ha contrassegnato i sacrifici di coloro che questo sindacato hanno fatto nascere.
Abbiamo più volte evidenziato come gli oltre dieci anni di crisi abbiano devastato il nostro territorio determinando quella grave situazione economica e sociale che abbiamo denunciato, più volte e con forza, con innumerevoli iniziative e mobilitazioni. Una situazione che purtroppo non è cambiata, con l’aggravante che il tempo trascorso ha deteriorato ulteriormente il tessuto economico e sociale di un territorio ormai allo stremo delle forze dove le differenze, tra chi ha e chi ha poco o non ha nulla, crescono continuamente
Oggi però, purtroppo, dobbiamo fare i conti con quella che è la pandemia più pesante dagli ultimi cento anni.
Oltre alle tragiche conseguenze umane dell’epidemia di coronavirus, l’incertezza economica che ha suscitato il COVID-19 porterà pesanti conseguenze a livello economico.
Nel nostro territorio, già pesantemente segnato dalla crisi, moltissime attività sono state costrette a sospendere l’attività e a sospendere i lavoratori collocandoli in CIGO, FIS, CIGD.
Quando l’emergenza sarà terminata, dovremo essere pronti.
Per questo è indispensabile che la politica, fin da subito sia capace di scelte importanti e coraggiose.
Al centro dell’azione politica deve esserci il LAVORO, va superato il primato della finanza, che in questo momento evidenzia tutto il suo scarso valore intrinseco.
Il LAVORO, le produzioni, le interazioni tra uomini e donne, la reciproca crescita sociale, fatta di elementi concreti, di passione, dedizione, amore per il prossimo e la propria nazione, mai come in questa fase storica, si dimostrano fondamentali e capaci di produrre Valore.
Quelli che oggi, in molti definiscono EROI, i medici, gli infermieri, le donne e gli uomini che tengono puliti i nostri ospedali, gli insegnanti, quelli che tengono pulite le nostre città, quelli che mantengono accese le luci delle nostre case, quelli che ci permettono di muoverci, pochi mesi fa per gli stessi molti erano un di cui, un insieme di lavativi e nullafacenti, su cui effettuare tagli, su cui lanciare anatemi.
L’attenzione era rivolta alle borse e agli indici.
Supereremo questa fase solo grazie al LAVORO, solo se daremo a chi lo compie, la giusta Importanza, quella che negli ultimi anni, nonostante quanto accaduto a partire dal 2011, non siamo stati capaci di dare.
La Cgil e la CdL di Sassari sarà parte attiva di questo processo, nel quale non si può e non si deve prescindere dall'innovazione e dalla ricerca.
Noi siamo pronti a dare il nostro contributo per invertire la rotta, lo abbiamo già detto qui, abbiamo dimostrato di saperlo fare, con le scelte compiute ad esempio con il protocollo di Chimica Verde del 2011, o nella sfida sulla decarbonizzazione.
Non siamo stati né noi né i lavoratori a tradire quelle scelte.
Nonostante questo siamo purtroppo convinti che dovremo misurarsi con chi riproporrà un nuovo quanto antico liberismo economico, capace di minare alla radice, i contratti collettivi, il welfare, il mercato del lavoro ed i diritti conquistati, scaricando ancora una volta sui lavoratori i costi della crisi, facendolo in particolare sui meno qualificati, sui disoccupati, sulle donne, sui giovani e i migranti, che ne sono e saranno le principali vittime.
Come e quanto questa logica sia già presente nel dibattito è evidente nelle discussioni che in questi giorni emergono sul Diritto di Sciopero.
La Cgil e la Camera del lavoro restano vivi e necessari, oggi più che mai per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. La ricorrenza offre l’occasione per ricostruire e riflettere su questo percorso, per tentare un resoconto della vita e dell’attività della Camera del lavoro di Sassari dalla fondazione ad oggi.
E questa “piccola” storia crediamo non debba assumere un semplice carattere rievocativo, ma debba offrire, in particolare alle giovani generazioni, il significato e lo spessore di una presenza che ha alimentato la crescita della vita democratica nel sassarese.
Centoventi anni portati bene, centoventi anni ben spesi per una causa grande: la causa dell’emancipazione del lavoro, dell’affermazione della sua dignità e dei suoi diritti.
L’augurio che rivolgiamo alla CdL di Sassari e a tutte le Lavoratrici e ai i Lavoratori è quello di continuare ad affrontare con la passione, l’impegno e la testardaggine che da più di un secolo ci contraddistingue, le nuove sfide da affrontare, costruendo una nuova cultura dell’associazione, efficace nel riconoscere la condizione reale delle persone e di metterle insieme e insieme percorrere un percorso per altri cento anni.
 
La Segreteria della CdLT di Sassari